(Verona 1875 - Milano 1952) critico teatrale e commediografo italiano. Scrisse commedie in dialetto veneto (La vedova, 1902; Carlo Gozzi, 1903; Tramonto, 1906; Congedo, 1910) e in lingua (Il matrimonio di Casanova, 1910), caratterizzate da toni intimistici e crepuscolari; le riviste satiriche Turlupineide (1908) e Il mistero di san Palamidone (1911), e libretti d’opera per U. Giordano (Madame Sans-Gêne, 1915) e per G. Puccini (Turandot, 1926). La parte più valida della sua produzione è tuttavia da ricercare nella critica teatrale, arguta, pungente, sicura nei giudizi, seppur orientata in senso tradizionalistico: così appare nelle prestigiose recensioni del «Corriere della sera», dove S. tenne la rubrica drammatica dal 1914 (furono raccolte postume in 5 voll. sotto il titolo di Trent’anni di cronaca drammatica, 1952-60). Delle sue qualità di giornalista-scrittore, limpido e conversevole, testimoniano anche i volumi Ritratti (1923), Gli assenti (1929) e Uomini e cose di ieri (1952).